A Leopoldo (Roma)
Vienna 23 novembre 1737
Fratello Carissimo
Dalla vostra gratissima de’ 9 del corrente concepisco speranza che la generosità di nostro padre soffra qualche ritegno#1: me ne rallegro, ma vi raccomando di non usare asprezza. Questa non istà bene a noi trattando seco, ancorché la sua condotta la meritasse. Et oltre a ciò poche volte questa strada è giovevole. La durezza delle maniere si soffre di mal animo da’ superiori, or pensate qual senso debba fare quando venga da un inferiore. E tali noi siamo a riguardo di lui, se non vogliamo pervertir tanto l’ordine della natura. So che vi sono delle angustie nel commercio continuo nelle quali è ben difficile la prattica di questa massima, e per questo, bench’io sappia che non l’ignorate, procuro di imprimervela nell’animo ripetendola.
Io sto godendo un potentissimo catarro che mi tormenta: ma con tutto ciò esco, e non me ne do per inteso. La notte passata mi ha cagionato una picciola alterazione che dicono gl’intendenti esser desiderabile in questi casi. Io lo credo senza esaminar la materia, e tiro avanti. Abbracciate per me il nostro caro Peroni#2, salutate tutti di casa, conservatevi e credetemi
il Vostro Affezionatissimo Fratello Pietro Metastasio
Giuseppe Peroni (cfr. la scheda biografica di questo corrispondente).